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Filiera bosco-legno-energia: perché il legno è il biocombustibile del futuro

L’Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL) ha recentemente presentato la sua visione per rafforzare la filiera nazionale bosco-legno-energia. Durante l’evento tenutosi presso la Sala Matteotti della Camera dei deputati, in cui era presente anche Matteo Tufi, titolare e tecnico progettista di Risparmio Energetico, AIEL ha discusso con rappresentanti politici le politiche necessarie per promuovere l’uso energetico delle biomasse legnose. Questo approccio è fondamentale per la decarbonizzazione, il contrasto al cambiamento climatico, la generazione di opportunità economiche e la tutela del territorio.

(Matteo Tufi, titolare e tecnico progettista di Risparmio Energetico ha preso parte insieme a AIEL – Associazione Italiana Energie Agroforestali, alla tavola rotonda “Legno: il più antico biocombustibile del futuro” presso la Camera dei Deputati)

Numeri e strategie della Filiera Italiana del Legno

  • La macro-filiera del legno italiana ha un valore di produzione di circa 39 miliardi di euro, pari al 4,5% del fatturato manifatturiero nazionale (dati 2020 Federlegno);
  • La filiera legno-energia conta oltre 14.000 imprese, con più di 72.000 addetti e un fatturato di oltre 4 miliardi di euro;
  • La strategia forestale nazionale si basa sulla gestione forestale sostenibile e lo sviluppo di un’economia del legno circolare;
  • L’uso sostenibile dei biocombustibili legnosi riduce la dipendenza dalle fonti fossili e stimola l’economia locale.

AIEL ha proposto diverse misure per sostenere la filiera bosco-legno-energia:

  • Istituire un tavolo interministeriale per coordinare le politiche relative al settore forestale;
  • Riconoscere un contributo significativo delle biomasse nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) italiano;
  • Mantenere l’IVA sul pellet al 10% per combattere il caro-energia e ridurre frodi ed evasioni nel mercato.

Il legno: Il più antico biocombustibile del futuro

Il legno, come fonte di energia, è stato al centro di un dibattito pubblico, evidenziando la sua importanza nella transizione ecologica: un paradigma di sostenibilità e un elemento chiave per una strategia energetica sostenibile.

Il legno come biocombustibile ha un ruolo strategico nel futuro energetico del Paese relativo alla sulla sua capacità di fornire una fonte di energia rinnovabile e sostenibile. A differenza dei combustibili fossili, il legno come biocombustibile può essere rinnovato e gestito in modo sostenibile, riducendo così l’impatto ambientale e contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra. L’uso del legno per la produzione di energia, sia sotto forma di pellet sia come legna da ardere, può aiutare a ridurre la dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili e più inquinanti, promuovendo una transizione verso un futuro energetico più verde. 

È fondamentale aumentare la consapevolezza pubblica e politica sull’importanza delle bioenergie, in particolare quelle derivate dal legno, per una transizione energetica sostenibile. La valorizzazione del legno nel dibattito pubblico implica la discussione e l’adozione di politiche che supportino l’uso sostenibile del legno come fonte di energia, incentivando ricerche e investimenti in tecnologie più efficienti e pulite per la sua trasformazione e utilizzo. La promozione delle bioenergie dovrebbe anche includere l’educazione del pubblico sui benefici ambientali, economici e sociali dell’uso del legno come fonte di energia rinnovabile, contrastando così eventuali percezioni negative.

Una gestione forestale sostenibile non solo aiuta a mantenere e aumentare le riserve forestali, ma contribuisce anche significativamente alla protezione del clima attraverso l’assorbimento di CO2 dagli alberi. Le pratiche di gestione forestale sostenibile includono la riforestazione, la gestione attenta delle risorse forestali e la raccolta responsabile del legno, assicurando che l’ecosistema forestale rimanga sano e resiliente. Questo tipo di gestione permette di utilizzare il legno come fonte di energia rinnovabile senza esaurire le risorse forestali, garantendo un ciclo di vita sostenibile del prodotto legnoso, dalla crescita degli alberi alla produzione di energia. Inoltre, la gestione forestale sostenibile può contribuire a creare posti di lavoro locali e sostenere le economie rurali, oltre a fornire altri benefici ecologici come la conservazione della biodiversità e la protezione del suolo e dell’acqua.

L’importanza di una corretta pianificazione forestale

Le estese foreste dell’Italia, che occupano oltre 11 milioni di ettari e rappresentano quasi il 40% del territorio del paese, hanno visto un raddoppio della loro estensione negli ultimi 50 anni, con un incremento del 4,9% negli ultimi dieci anni. Questo aumento non è il risultato di politiche di rimboschimento mirate, ma piuttosto una conseguenza dell’abbandono delle attività agricole tradizionali e del declino demografico nelle zone montane e collinari. La mancanza di una gestione adeguata dei boschi può portare a problemi come l’instabilità idrogeologica e la perdita di valore economico e sociale legato agli ecosistemi forestali.

Il settore forestale in Italia è di fronte a sfide importanti, principalmente legate alla difficoltà di sfruttare appieno le opportunità offerte dal patrimonio forestale per lo sviluppo economico, la creazione di posti di lavoro, la protezione ambientale e la gestione del territorio. Dare il giusto valore alle foreste italiane significa trovare un equilibrio tra la loro conservazione e una gestione efficace.

Solo una piccola parte delle foreste italiane, il 15,3%, è attualmente gestita secondo piani di gestione forestale. Nonostante la produzione di legno e altri prodotti forestali sia rimasta costante, c’è stata una riduzione delle segherie e delle infrastrutture per l’elaborazione del legno nei boschi. Il tasso di estrazione del legno dalle foreste italiane è molto più basso rispetto alla media europea, oscillando tra il 18,4% e il 37,4% dell’incremento annuo, a fronte di una media europea del 73%.

Se le biomasse forestali venissero utilizzate in modo più efficiente e sostenibile, ci sarebbe la possibilità di incrementare il valore economico prodotto dalle foreste italiane, contribuendo così a stabilizzare sia la filiera locale che quella nazionale del legno e a ridurre la dipendenza dalle importazioni di legname, combustibili legnosi e fossili. La scarsa estrazione di legno comporta una forte dipendenza dalle importazioni per soddisfare le esigenze di legno e legname per l’industria, così come per l’importazione di legna da ardere, pellet e cippato. Nonostante l’Italia abbia settori industriali forti legati ai prodotti in legno e cellulosa, la domanda interna di materie prime legnose e biocombustibili non è completamente coperta dalle risorse forestali nazionali.

Pertanto, una corretta pianificazione forestale è fondamentale per salvaguardare e valorizzare le funzioni ecosistemiche delle foreste nel lungo termine e per supportare in modo sostenibile le filiere produttive che si basano su di esse.

  • Sviluppo delle economie locali: una gestione sostenibile delle foreste può stimolare lo sviluppo economico locale, creando posti di lavoro nella produzione forestale e nella lavorazione primaria del legno per usi strutturali, artigianali ed energetici;
  • Manutenzione del patrimonio boschivo: la filiera legno-energia contribuisce alla manutenzione dei boschi, specialmente nelle aree interne e marginali, portando benefici significativi ai territori, come la prevenzione del dissesto idrogeologico;
  • Prevenzione degli incendi: una corretta gestione forestale, attraverso diradamenti selettivi, può ridurre notevolmente il rischio di incendi boschivi, mitigando il loro impatto ambientale e paesaggistico. Il legno ottenuto da queste pratiche preventive può essere valorizzato e commercializzato dalla filiera locale;
  • Mitigazione del cambiamento climatico: la gestione responsabile delle foreste migliora la capacità di assorbimento del carbonio. Le pratiche selvicolturali influenzano la crescita forestale, ottimizzando l’assorbimento di CO2, lo stoccaggio del carbonio nei prodotti legnosi durevoli e la riduzione delle emissioni climalteranti, anche attraverso la valorizzazione energetica del legno.

Il principio di utilizzo a cascata delle risorse legnose, all’interno di una corretta pianificazione forestale, promuove lo sviluppo economico locale attraverso la gestione sostenibile del bosco e delle sue filiere. Questo approccio valorizza le risorse umane locali, creando opportunità di lavoro nella prima lavorazione del legno per produrre materiali grezzi, semilavorati e biocombustibili come legna da ardere o cippato.

Le biomasse legnose da filiere locali utilizzate in impianti efficienti per la produzione di calore ed energia elettrica contribuiscono alla transizione ecologica, garantendo sicurezza energetica e supportando la decarbonizzazione. Queste pratiche possono ridurre significativamente la dipendenza dall’importazione di gas naturale.

Il legno, come risorsa rinnovabile e sostenibile, rappresenta non solo un pilastro fondamentale nella strategia di Risparmio Energetico per un futuro più verde, ma anche un simbolo del suo impegno verso la sostenibilità ambientale e lo sviluppo economico locale. Attraverso l’utilizzo responsabile e innovativo del legno, Risparmio Energetico si posiziona all’avanguardia nel settore delle energie rinnovabili, dimostrando che è possibile coniugare efficacemente le esigenze energetiche con il rispetto per l’ambiente e la valorizzazione delle risorse locali.

Scopri di più su “Gestione forestale e sostenibilità degli usi energetici delle biomasse forestali: la strategia della filiera forestale per rilanciare l’economia del legno” di AIEL – Associazione Italiana Energie Agroforestali.

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